direttiva case green

Indice degli argomenti

  • Case Green: Introduzione
  • Com’è messo il parco immobiliare italiano
  • Il concetto chiave: cosa si intende per “Case Green”
  • quali sono i macro-obiettivi della Direttiva Case Green
  • la direttiva Case Green e gli edifici Solar Ready
  • Direttiva Case Green: il fotovoltaico al centro della rivoluzione edilizia
  • Le criticità della Direttiva Case Green
  • Pronostico sui futuri sviluppi in materia di agevolazioni fiscali per l’efficientamente energetico
  • Cosa succederà al mercato immobiliare Italiano

L’Italia è ancora indietro rispetto agli obiettivi europei in materia di efficienza energetica degli edifici. 

Questo è quanto emerge dalla “lavata di capo” che giunge dall’UE nei confronti dell’Italia.

A quanto pare, nonostante alcuni progressi compiuti negli ultimi anni, il nostro Paese continua a registrare consumi energetici elevati nel settore residenziale, con conseguenti impatti negativi sull’ambiente e sul portafoglio dei cittadini.

Qui trovi la notizia completa.

Il recente rapporto sullo stato dell’Unione dell’energia ha, dunque, lanciato un nuovo allarme, sottolineando l’urgenza di accelerare i ritmi di ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli meno efficienti. 

La direttiva europea “Case Green”, entrata in vigore il 28 maggio, indica la strada da seguire per raggiungere una maggiore sostenibilità nel settore edilizio.

L’obiettivo è estremamente ambizioso: raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050. 

Per riuscirci sono state stabilite alcune “tappe”, che segneranno il cammino dell’Europa verso un mondo più pulito.

Visto che la direttiva Case Green è molto corposa – qui la trovi completa – , ti forniremo in questo articolo una sintesti dei suoi punti principali, con il consueto obiettivo di tenerti aggiornato sulle principali novità del settore fotovoltaico, limitando il dispendio di quella risorsa preziosisima e non rinnovabile, che è il tempo!

 

L’antefatto: com’è messo il Parco immobiliare in Italia

Secondo il rapporto Enea sulla consistenza del Parco Nazionale Italiano, oltre il 60% degli edifici residenziali nel nostro Paese è stato costruito prima del 1976, quando le normative sul risparmio energetico erano ancora molto lacunose. 

Questa situazione si traduce in un elevato consumo energetico e in una scarsa efficienza degli edifici, con conseguenti impatti negativi sull’ambiente e sui portafogli dei cittadini. 

Nonostante alcuni progressi, soprattutto negli ultimi anni, il nostro parco immobiliare necessita di interventi di riqualificazione energetica su larga scala per adeguarsi ai nuovi standard europei e contribuire alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

In sostanza, i dati dell’ENEA forniscono una fotografia chiara e dettagliata dello stato attuale del nostro patrimonio edilizio, dando già una prima impressione sul livello di complessità da affrontare per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva europea Case Green.

 

Il concetto chiave: cosa si intende per “Case Green”

In un contesto socio-linguistico ormai invaso da parole anglofone l’incomprensione è all’ordine del giorno!Partiamo, quindi, dal concetto chiave della Direttiva Europa: quello di “Case Green”. 

A voler essere molto sintetici, una casa Green è un edificio progettato e costruito allo scopo di ridurre drasticamente gli sprechi e l’inefficienza energetica.

Per dirla più chiaramente con un velo d’ironia: la vecchia casa paterna, mai ristrutturata, con gli infissi originari, i termosifoni in ghisa e lo scaldabagno elettrico, NON rientra per nulla nella definizione di “Casa Green”.

Com’è facile intuire anche dalla precedente premessa, le case efficienti dal punto di vista energetico non sono ancora la normalità in Italia.Ecco che, quindi, entrano in gioco i macro-obiettivi della direttiva (UE) 2024/1275 sulla prestazione energetica nell’edilizia, chiamata amichevolmente “Direttiva Case Green”.

 

Quali sono i macro-obiettivi della Direttiva Case Green

La Direttiva Case Green impone a tutti gli Stati membri, Italia compresa, di elaborare un piano nazionale dettagliato per la ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2050. 

Questo piano dovrà definire una tabella di marcia precisa con obiettivi intermedi, individuando le misure necessarie per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente e ridurre le emissioni di gas serra. 

Nell’infografica qui sotto, ti abbiamo riassunto le 4 tappe di questo percorso. 

Per raggiungere questi obiettivi, saranno necessarie ingenti risorse finanziarie e una collaborazione tra pubblico e privato. 

Il piano dovrà inoltre considerare le caratteristiche specifiche del parco immobiliare italiano, tenendo conto dell’età degli edifici, delle zone climatiche e delle condizioni socioeconomiche dei cittadini.

La sfida appare, quindi, complessa e richiede un approccio integrato che tenga conto non solo degli aspetti energetici, ma anche di quelli strutturali e sociali.

Nello specifico, per raggiungere l’ambito traguardo della Decarbonizzazione:

  • entro il 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a Emissioni Zero
  • entro il 2030 toccherà a tutti gli edifici privati.

Gli obiettivi fissati dall’Unione Europea sono chiari: entro il 2030, il consumo di energia primaria degli edifici dovrà diminuire del 16%, con un ulteriore taglio previsto per il 2035.

Entro fine 2025, il nostro Paese dovrà presentare un piano dettagliato per la riqualificazione energetica degli edifici, mentre entro maggio 2026 dovrà definire una strategia a lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare residenziale.

Insomma, per l’Europa non c’è tempo da perdere.

 

La direttiva Case Green e gli edifici Solar Ready

Passiamo a illustrare un altro interessante termine anglofono: gli edifici Solar Ready.

In sostanza, la normativa impone che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti in modo da essere predisposti all’installazione di impianti fotovoltaici o solari termici

Si tratta di un passo fondamentale verso la decarbonizzazione del settore edilizio e la promozione delle energie rinnovabili. Ma l’ambizione della direttiva va addirittura oltre, imponendo anche agli edifici esistenti un graduale adeguamento a questa nuova realtà. 

A partire dal 2027, infatti, gli edifici pubblici e non residenziali di determinate dimensioni saranno obbligati ad installare impianti solari, a condizione che ciò sia tecnicamente ed economicamente fattibile.

 

Direttiva Case Green: il fotovoltaico al centro della rivoluzione edilizia

Al centro di questa rivoluzione edilizia c’è, quindi, il fotovoltaico, che da opzione diventa un vero e proprio obbligo per tutti i nuovi edifici: dal 2030, infatti, l’installazione di pannelli fotovoltaici sarà obbligatoria per i nuovi edifici residenziali.

Possiamo immaginare un futuro dove ogni casa, ogni ufficio, ogni edificio pubblico sarà capace di produrre l’energia di cui ha bisogno direttamente dal sole: un’idea affascinante, ma indubbiamente ambiziosa.

Se non altro, impegnativa al punto da richiedere drastici cambi di rotta.

Tanto per iniziare, dal 2025 saranno bloccati gli incentivi per l’acquisto e l’installazione di caldaie a gas, che dal 2040 saranno completamente bandite. 

La normativa europea ci impone di eliminare progressivamente tutti i combustibili fossili dalle nostre abitudini energetiche, puntando tutto sulle energie rinnovabili.

Questo significa che fin dalla fase iniziale di progettazione, si dovranno considerare gli orientamenti migliori per i pannelli fotovoltaici, la disposizione delle aperture e l’integrazione estetica dell’impianto. In sostanza, gli edifici diventeranno dei veri e propri “organismi solari”, capaci di catturare l’energia del sole e trasformarla in elettricità.

Ma, come abbiamo detto, la Direttiva Case Green non si limita ai nuovi edifici: anche quelli esistenti dovranno adeguarsi a questi nuovi standard, attraverso interventi di ristrutturazione che prevedano l’installazione di impianti fotovoltaici. 

Com’è facile immaginare, questa transizione richiederà un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti: progettisti, imprese edili, installatori, istituzioni e cittadini. 

In altre parole, sarà importantissimo investire  in formazione, sviluppare nuove tecnologie e trovare soluzioni innovative per superare gli ostacoli che inevitabilmente si presenteranno.

Senza contare un’altra piccola perplessità, che ti lasciamo in forma di quesito: quanto sarà complesso adeguare la gran parte degli edifici per l’installazione di impianti fotovoltaici, in un contesto come l’Italia, che per quasi il 50% è sottoposto a vincoli paesaggistici?

Sarà interessante scoprire, nel corso dei prossimi mesi, i vari aggiornamenti.

 

Le criticità della Direttiva Case Green in Italia

La Direttiva Case Green, pur con i suoi nobili obiettivi di sostenibilità energetica, presenta una serie di sfide economiche significative, soprattutto per l’Italia, a partire da questo dato importante: l’adeguamento del nostro vasto patrimonio edilizio, in gran parte obsoleto, richiederebbe, secondo alcune stime, investimenti enormi, compresi tra gli 800 e i 1000 miliardi di euro.

Questa ingente somma rappresenta una sfida non solo per i proprietari degli immobili, ma anche per il sistema bancario italiano, poiché un’eccessiva esposizione al rischio di credito potrebbe destabilizzare il sistema finanziario, soprattutto considerando la già fragile situazione di molti immobili italiani.

Inoltre, l’attuazione della direttiva potrebbe rallentare l’economia, se non accompagnata da misure di sostegno adeguate: le imprese edili, chiamate ad affrontare un’ondata di ristrutturazioni, potrebbero trovarsi in difficoltà a reperire le risorse necessarie. Allo stesso modo, le famiglie potrebbero essere costrette a sostenere oneri economici significativi per adeguare le proprie abitazioni ai nuovi standard energetici.

Un altro aspetto critico riguarda la frammentazione del patrimonio edilizio italiano: la presenza di numerosi piccoli proprietari e la complessità delle procedure burocratiche potrebbero rallentare notevolmente i tempi di attuazione della direttiva.

Insomma, sono necessarie misure di sostegno per le famiglie e le imprese, semplificazioni burocratiche e incentivi fiscali per favorire gli investimenti nel settore dell’efficienza energetica. 

In questo modo, la Direttiva potrà concretamente rappresentare un’opportunità per rilanciare il settore edilizio e rendere il nostro Paese più sostenibile.

 

Pronostico sui futuri sviluppi in materia di agevolazioni fiscali per l’efficientamente energetico

Le indicazioni emerse finora suggeriscono una concentrazione degli incentivi sugli interventi più impattanti in termini di efficienza energetica, come l’installazione di pannelli fotovoltaici, pompe di calore e sistemi di isolamento termico. 

È altamente probabile che gli incentivi futuri, nell’ambito delle agevolazioni edilizie, siano legati al raggiungimento di specifici obiettivi di miglioramento della classe energetica degli edifici.

In particolare, per quanto riguarda il fotovoltaico, prevediamo un potenziamento degli incentivi per gli impianti più performanti e integrati con altri sistemi di generazione di energia rinnovabile. Inoltre, è possibile che vengano introdotte nuove misure per favorire l’autoconsumo dell’energia prodotta e la creazione di comunità energetiche.

Un altro aspetto importante riguarda l’equità nell’accesso alle agevolazioni: il governo potrebbe prevedere misure di sostegno specifiche per le famiglie a basso reddito, facilitando così la riqualificazione energetica anche degli edifici meno recenti e meno performanti.

Cosa succederà al mercato immobiliare italiano

Entro il 2030, gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, con l’obiettivo finale di arrivare alla classe D nel 2033. 

Questo avrà indubbiamente un impatto significativo sulle possibilità di ottenere mutui e sulla commerciabilità degli immobili, poiché le banche, infatti, saranno incentivate a finanziare principalmente edifici con buone prestazioni energetiche, restringendo così l’accesso al credito per gli immobili meno efficienti

Di conseguenza, le case con un basso rating energetico potrebbero diventare più difficili da vendere e valutare di meno sul mercato. 

Una realtà che sta già influenzando le scelte di acquisto e ristrutturazione, spingendo sempre più proprietari e acquirenti verso soluzioni più sostenibili.

 

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siamo nati nel 2006, da sempre lavoriamo solo ed esclusivamente nel settore fotovoltaico, ed ad oggi abbiamo raggiunto una maturita’ professionale che non e’ seconda a nessuno. Il nostro slogan e’ sempre stato “efficienza nel fotovoltaico” e chi si e’ affidato a noi in tutti questi anni sa cosa vuol dire. Grazie alla nostra organizzazione riusciamo ad essere sempre molto rapidi nelle nostre attivita’ e questo ci da un enorme vantaggio sulla concorrenza soprattutto quando “l’efficienza” riguarda bandi pubblici come in questo caso.

 

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e se non preservo quest’ultimo

non preservo me stesso”

 

Josè Ortega y Gasset

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