Indice
- Introduzione: I
- Bugia numero 1: Il fotovoltaico è troppo costoso
- Bugia numero 2: il fotovoltaico non conviene se non posso orientare i pannelli a sud
- Bugia numero 3: produzione e smaltimento dei pannelli rendono il fotovoltaico ugualmente inquinante
- Bugia numero 4: la Manutenzione degli impianti fotovoltaici aziendali è impegnativa e costosa
- Bugia numero 5: l’energia solare non è una fonte affidabile
Da società che opera nel settore fotovoltaico da un bel po’ di anni ci troviamo spesso ad affrontare dubbi, quesiti e perplessità di varia natura da parte dei clienti.
Noi di Geos Energia consideriamo ogni dubbio come parte del processo: quando ci viene posta qualche domanda, non sorridiamo assumendo l’aria di chi la sa lunga o sentendoci i depositari di qualche verità assoluta.
Anzi, troviamo utile ragionare in maniera chiara, aperta e trasparente, toccando con cura tutti gli aspetti della questione, entrando nei dettagli e fornendo, se necessario, tutti gli scenari, le alternative o le opzioni possibili.
Questa premessa è d’uopo per mettere in evidenza un aspetto molto importante: il dubbio del cliente è lecito; rispondere, argomentando con precisione e competenza, è, per noi, un dovere.
Del resto, come sa chi ci legge da tempo, utilizziamo questo blog con l’obiettivo di informare e divulgare, riportando aggiornamenti normativi, novità del settore, casi studio e tutto quello che può essere utile a chi è già si muove in questo ambito o vi si sta avvicinando.
Proprio per questa ragione, ci è venuta l’idea di dedicare questo articolo ai 5 falsi miti sul fotovoltaico, ossia a tutte quelle convinzioni, spesso completamente errate, che girano da anni sull’argomento e che sono spesso all’origine di tanti dubbi e perplessità da parte dei clienti.
L’obiettivo, come sempre, è quello di fare un po’ di chiarezza, fornendo, dove necessario, dati concreti o link utili, per eventuali approfondimenti.
Buona lettura!
Bugia numero 1: Il fotovoltaico è troppo costoso
Quando si parla di costi, l’argomento è sempre un po’ spinoso.
Questo per due motivi fondamentali:
- il concetto di “troppo” riferito ai costi di un investimento è sempre qualcosa di molto astratto e difficile da quantificare.
Quando si afferma che investire in un impianto fotovoltaico aziendale sia “troppo costoso”, bisognerebbe accertarsi di avere una definizione precisa di cosa si intenda per “troppo”.
Un investimento è un’operazione che dipende sostanzialmente dal capitale disponibile, dalla situazione finanziaria generale e dall’obiettivo che ci si è prefissato.
Troppo, nel caso di un investimento, dovrebbe significare che la spesa da sostenere è eccessiva e immotivata rispetto ai benefici che comporta.
Nel caso di un impianto fotovoltaico, per stabilire l’effettiva bontà dell’investimento, bisogna partire dall’analisi di numerose variabili, che messe in relazione tra loro, riescono a fornire una stima del rendimento annuo e del risparmio generato.
Insomma, solo conoscendo cosa vogliamo ottenere, quanto vogliamo investire e quali sono le variabili in gioco, possiamo sapere, attraverso un’accurata analisi multi-fattoriale, se il fotovoltaico sarà per noi troppo costoso.
- Bisogna considerare il concetto di “investimento”.
In relazione allo spunto che abbiamo appena fornito, è opportuno spendere anche qualche parola sul concetto di investimento.
Come afferma spesso Giovanni Torre, l’installazione di un impianto fotovoltaico non è qualcosa di necessario: un’azienda può continuare tranquillamente il proprio business facendone a meno, come ha sempre fatto, senza che questo intacchi il fatturato.
La scelta di passare al fotovoltaico parte sostanzialmente dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale e i costi dell’energia, impegnandosi nell’investimento di un bene che avrà una vita lunga, se consideriamo che la vita media di un pannello fotovoltaico supera ormai i 30 anni.
Insomma, quello nel fotovoltaico è un investimento che richiede il giusto mindset, per ragionare in maniera mirata sui concetti e le variabili davvero utili ai fini di una valutazione obiettiva e consapevole di quanto si sta facendo.
Premesso, quindi, che, in mancanza di dati specifici, è difficile dare un senso concreto al concetto di “troppo costoso”, è bene sottolineare un altro aspetto non secondario, relativo ai costi degli impianti.
Negli anni, investire in un impianto fotovoltaico aziendale è diventato sempre più accessibile.
Questo è dovuto, in primo luogo, ai miglioramenti della tecnologia, che negli ultimi vent’anni ha compiuto dei veri e propri passi da gigante, offrendo soluzioni sempre più performanti a costi incredibilmente più bassi.
A questo, si aggiungono gli incentivi statali, che negli ultimi anni hanno motivato sempre più aziende verso il passaggio alle energie rinnovabili: in questo articolo recente, abbiamo proprio parlato del Piano Transizione 5.0, ma non si tratta dell’unica possibilità per tagliare i costi dell’investimento.
Il Bando Parco Agrisolare, i contibuti per l’Agrivoltaico innovativo o per le CER, sono alcune delle agevolazioni messe a disposizione degli imprenditori decisi ad allinearsi con l’impellente necessità di ridurre l’impatto ambientale.
Questo anche in vista degli ambiziosi traguardi delineati dell’UE, che invita i paesi aderenti a raggiungere entro il 2050 il NET ZERO, ossia l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 e di altri gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale.
Ma quindi il fotovoltaico è davvero troppo costoso?
Per capirlo, è sempre utile ragionare in termini di:
- Ritorno dell’Investimento
- Risparmio energetico prodotto in un anno
- Risparmio ambientale prodotto in un anno
Sono calcoli che, considerata la lunghissima durata di un impianto, raramente danno esito negativo, soprattutto se parliamo di impianti correttamente progettati e dimensionati, in base agli obiettivi e al budget disponibile.
Qui trovi un interessante caso studio realizzato partendo dall’impianto fotovoltaico realizzato per un nostro cliente, che risulta illuminante per comprendere meglio quanto stiamo affermando, con dati e cifre di un impianto installato nel 2022 e attualmente funzionante.
In merito alla questione dei costi di un impianto fotovoltaico, ti invitiamo a leggere anche la nostra guida sulle 7 modalità economiche per realizzare subito il tuo impianto fotovoltaico (anche) a costo zero.
Bugia numero 2: il fotovoltaico non conviene se non posso orientare i pannelli a sud
Approfondiamo ora il tema dell’orientamento dei pannelli fotovoltaici e sfatiamo il mito che solo i tetti a sud garantiscano un rendimento ottimale.
L’orientamento verso sud è senza dubbio il più efficiente per massimizzare la produzione di energia solare. Tuttavia, se non si dispone di un tetto o di un’area di installazione esposta direttamente a sud non è affatto preclusa la possibilità di installare un impianto fotovoltaico: anche aree orientate a est o ovest possono garantire un’ottima resa, a patto che siano privi di ombreggiamenti e che vengano adottate alcune accortezze progettuali.
Perché l’orientamento a sud è ideale?
Semplicemente perché i raggi solari colpiscono perpendicolarmente i pannelli durante le ore centrali della giornata, quando l’irraggiamento solare è massimo.
Questo garantisce una produzione energetica ottimale.
Con un orientamenti a est e ovest,i pannelli saranno sottoposti a un irraggiamento solare meno intenso rispetto a quelli orientati a sud. Tuttavia, si avrà una produzione più concentrata nelle ore mattutine (est) o pomeridiane (ovest), che può essere utile per coprire i picchi di consumo in quei momenti.
Quando si installano i pannelli fotovoltaici, a contare non è solo l’orientamento, ma entrano in gioco anche altri fattori, come:
- Inclinazione: l’inclinazione dei pannelli è fondamentale. In Italia, un’inclinazione compresa tra 25° e 35° rispetto all’orizzonte è generalmente considerata ottimale.
- Ombreggiamenti: la presenza di ombreggiamenti, causati da edifici, alberi o altri ostacoli, può ridurre significativamente la produzione energetica. È quindi fondamentale effettuare un’analisi dettagliata dell’area prima dell’installazione.
- Consumo energetico: l’orientamento dei pannelli può essere ottimizzato in base ai profili di consumo energetico dell’edificio. Ad esempio, se il consumo è maggiore nelle ore mattutine, un orientamento a est potrebbe essere addirittura più vantaggioso.
- Possibilità di strutture di supporto aggiuntive: l’installazione di un impianto fotovoltaico potrebbe richiedere strutture di supporto aggiuntive o sistemi di tracciamento solare, che ottimizzano il rendimento.
In conclusione, anche se è vero che l’orientamento a sud rappresenta la soluzione ottimale, un impianto fotovoltaico installato su un tetto orientato a est o ovest può comunque essere altamente efficiente.
La scelta dell’orientamento ideale dipende da una serie di fattori che devono essere valutati caso per caso da un tecnico specializzato: per questo, è fondamentale effettuare un’analisi dettagliata delle caratteristiche dell’are di installazione e dei consumi energetici dell’edificio per individuare la soluzione più adatta.
Bugia numero 3: produzione e smaltimento dei pannelli rendono il fotovoltaico ugualmente inquinante
Spesso sentiamo dire che i pannelli fotovoltaici, dalla produzione allo smaltimento, producano un inquinamento addirittura superiore ai benefici che producono.
Questa affermazione, però, parte da un pregiudizio infondato.
Nei fatti, è vero che la produzione di un pannello fotovoltaico richiede energia e risorse, ma i vantaggi che ne derivano in termini di energia pulita e riduzione delle emissioni di gas serra superano di gran lunga i costi ambientali iniziali.
Senza voler entrare in questioni molto tecniche, ti invitiamo a considerare la questione nel suo complesso, cioè valutando l’impatto ambientale di un pannello fotovoltaico nel suo ciclo di vita completo.
Dalla produzione, che richiede energia e materie prime, alla fase di utilizzo, in cui genera energia pulita, fino allo smaltimento e al riciclo, ogni fase contribuisce all’impronta ecologica complessiva.
Tuttavia, studi condotti dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) hanno dimostrato che l’energia prodotta da un pannello fotovoltaico durante la sua vita utile è in media 20 volte superiore a quella consumata per la sua produzione e il trasporto. Ciò significa che, nel complesso, i pannelli fotovoltaici contribuiscono in modo significativo alla decarbonizzazione del sistema energetico.
Un altro aspetto fondamentale è il riciclo dei pannelli fotovoltaici.
Secondo un’altra ricerca dell’IRENA, oltre il 90% dei materiali utilizzati nella produzione dei pannelli può essere recuperato e riutilizzato: questo processo non solo riduce la quantità di rifiuti da smaltire, ma permette anche di ridurre la dipendenza dalle risorse naturali, promuovendo un’economia circolare.
La crescente diffusione del fotovoltaico sta contribuendo a rendere il nostro sistema energetico sempre più sostenibile.
Stando ai dati riportati da questo rapporto IRENA (qui trovi il pdf in lingua inglese) si stima che entro il 2050 l’energia solare possa soddisfare oltre il 25% del fabbisogno energetico mondiale.
Nello specifico, entro quella data, quasi il 90% dell’energia adoperata deriverà da fonti rinnovabili, composte per il 70% da energia solare ed eolica insieme.
Per comprendere meglio l’impatto ambientale del fotovoltaico, è utile confrontarlo con le fonti energetiche tradizionali: mentre le centrali termoelettriche a carbone producono circa 820 grammi di CO2 per ogni kWh prodotto, l’energia solare fotovoltaica non produce sostanze inquinanti.
Bugia numero 4: la Manutenzione degli impianti fotovoltaici aziendali è impegnativa e costosa
Un equivoco comune riguarda la manutenzione degli impianti fotovoltaici aziendali, spesso considerata un costo eccessivo e una pratica complessa. In realtà, la manutenzione di un impianto fotovoltaico aziendale è un investimento strategico che permette di ottimizzare la produzione energetica e di prolungare la vita utile dell’impianto.
Costi e frequenza degli interventi
A differenza degli impianti domestici, gli impianti aziendali, solitamente di dimensioni maggiori, richiedono interventi di manutenzione un po’ più complessi e più frequenti. Tuttavia, il costo della manutenzione, che di solito è inferiore all’1% del costo dell’impianto, è ampiamente compensato dai benefici economici che ne derivano.
Di fatto, una corretta manutenzione permette di garantire una vita lunga e prospera all’impianto, evitando guasti improvvisi, ottimizzando la produzione energetica e riducendo così i costi di esercizio nel lungo periodo.
La frequenza degli interventi di manutenzione dipende da diversi fattori, tra cui le condizioni climatiche, la tipologia di impianto e la presenza di eventuali ombreggiamenti.
In generale, si consiglia di effettuare una manutenzione ordinaria almeno una volta all’anno.
Si tratta, in questo caso, di un’attività semplice e non eccessivamente dispendiosa, che prevede la pulizia dei pannelli, la verifica delle connessioni elettriche, il controllo dell’inverter e dei sistemi di monitoraggio, e la valutazione dello stato di salute dell’intera struttura.
Insomma, mantenere il proprio impianto in buone condizioni non richiede affatto uno sforzo eccessivo, nè dal punto di vista economico, nè dal punto di vista pratica e permette di ottenere un reale beneficio, se ragioniamo in ottica di lungo periodo.
Anche la manutenzione, dunque, va considerata in quel co
ncetto di “investimento”, di cui parlavamo nel paragrafo di apertura: ha sempre più senso, dunque, prendere in considerazione la convenienza dell’operazione, piuttosto che i suoi costi.
Bugia numero 5: l’energia solare non è una fonte affidabile
Una delle obiezioni che sentiamo più spesso riguarda l’impossibilità di prevedere quanto sole avremo a disposizione.
L’assunto di partenza è inoppugnabile: non sappiamo concretamente quante effettive ore di luce avremo a disposizione nell’arco dell’anno. Sappiamo anche che l’irraggiamento solare varia in base alle stagioni, come varia la quantità di luce solare disponibile nel corso dei mesi.
La questione relativa all’incostanza nella produzione di energia elettrica è cosa nota: chi installa un impianto fotovoltaico sa già a priori che l’impianto non produrrà energia, ad esempio, nelle ore notturne, o che nei mesi invernali vedrà un calo di rendimento, dovuto alla minore disponibilità di luce solare.
Il calcolo del rendimento di un impianto fotovoltaico viene effettuato tenendo in considerazione diverse variabili, tra cui l’irragiamento solare, che varia da zona a zona d’Italia, poiché dipende dalla distanza dall’Equatore e subisce variazioni dovute al mutare delle stagioni.
Quello che ci preme sottolineare in questo paragrafo, riguarda un fatto molto semplice: non ha senso valutare i dati di un singolo mese, per considerare la convenienza dell’investimento, ma bisogna ragionare in termini di media annuale.
Certo, monitorare la produttività per ogni singolo mese può aiutare a capire quali misure integrare, al fine di rendere più efficiente e performante l’impianto, ma il calcolo va effettuato tenendo in considerazione la media annuale, non guardando ai mesi di novembre, dicembre e gennaio.
In altre parole: sappiamo tutti che il sole ci garantisce luce per alcune ore al giorno, che alcuni mesi sono più soleggiati di altri e che inevitabilmente la produttività dell’impianto sarà diversa in base al periodo dell’anno.
Questo fa parte del gioco e non compromette in alcun modo tutti i vantaggi che derivano dall’installazione di un impianto fotovoltaico.
Invia adesso un messaggio su WhatsApp per avere una consulenza personalizzata!
Qualche nota su Geos Energia:
siamo nati nel 2006, da sempre lavoriamo solo ed esclusivamente nel settore fotovoltaico, ed ad oggi abbiamo raggiunto una maturita’ professionale che non e’ seconda a nessuno. Il nostro slogan e’ sempre stato “efficienza nel fotovoltaico” e chi si e’ affidato a noi in tutti questi anni sa cosa vuol dire. Grazie alla nostra organizzazione riusciamo ad essere sempre molto rapidi nelle nostre attivita’ e questo ci da un enorme vantaggio sulla concorrenza soprattutto quando “l’efficienza” riguarda bandi pubblici come in questo caso.
Continua a seguirci per rimanere sempre aggiornato su questo bando o
iscriviti alla nostra newsletter qui.
“Io sono me più il mio ambiente
e se non preservo quest’ultimo
non preservo me stesso”
Josè Ortega y Gasset
Geos Energia
Write a comment: