decreto aree idonee

Introduzione

2. Decreto Aree idonee: il burden sharing

2.1 Come funziona il burden sharing

3. Aree idonee, non idonee, ordinarie o vietate

4. I criteri delle Regioni per stabilire le aree idonee

5. Cosa succede se le Regioni non riescono a raggiungere i limiti previsti dal Decreto Aree Idonee

6. Le reazioni al Decreto Aree Idonee

Il 2 luglio scorso è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto Aree Idonee, che traccia una strada per l’individuazione delle Aree Idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Il testo, che si compone di 9 articoli, è suddiviso in due macrotemi: la ripartizione della potenza tra le Regioni, e i criteri per individuare le Aree Idonee.

L’obiettivo di questo Decreto, che ha richiesto quasi 3 anni per essere pubblicato, è quello di fornire gli strumenti che dovrebbero facilitare l’installazione degli impianti, fotovoltaici ed eolici, che consentiranno la produzione di 80 GW di rinnobili, previsti in Italia per il 2030. 

Oltre a questo, si cerca naturalmente di trovare strategie per ridurre gli immancabili momenti di attrito tra le varie aree del Governo in materia di FER.

In soldoni, il senso ultimo del decreto è quello di ridurre il peso della burocrazia, snellendo le procedure per l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici.

Tuttavia, non manca qualche perplessità e qualche timore circa il rischio di un eventuale caos normativo, che potrebbe derivare dalla proposta di demandare l’intero iter decisionale alle Regioni.

Ne parliamo nei paragrafi che seguono, dove troverai una sintesi del Decreto veloce e di rapida lettura, utile per avere a portata di mano gli ultimi aggiornamenti, senza investire troppo tempo.

In conclusione, non mancherà un paragrafo dedicato ai dubbi e alle perplessità sollevati dagli addetti ai lavori.

decreto aree idoneeDecreto Aree Idonee: il burden sharing

Il punto di partenza è  qui: negli 80 GW che l’Italia dovrebbe installare entro il 2030. 

Per raggiungere l’ambizioso traguardo, si è attribuita a ogni Regione una capacità minima da raggiungere, attraverso il Burden Sharing: un meccanismo chiave per calcolare la distribuzione equa degli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili (FER) sul territorio italiano.

Il suo scopo è quello di suddividere tra le diverse regioni e province autonome gli 80 GW di potenza verde che il Paese si è impegnato a installare entro il 2030, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione.

L’obiettivo è garantire un contributo equo delle regioni alla produzione di energia da fonti rinnovabili, evitando che alcune aree si accollino un carico sproporzionato rispetto ad altre.

In pratica, il Burden Sharing stabilisce una quota minima di potenza rinnovabile che ogni regione deve raggiungere annualmente, a partire dal 2021. 

Il risultato è ottenuto tenendo in considerazione una molteplicità di fattori, tra cui la potenza nominale degli impianti già installati, la tipologia di fonte rinnovabile utilizzata (ad esempio, fotovoltaico, eolico, geotermico) e la loro producibilità media.

Come funziona il Burden Sharing

  • Calcolo della quota: la quota di potenza rinnovabile assegnata a ciascuna regione viene calcolata in base a un algoritmo che tiene conto di diversi parametri, tra cui la superficie del territorio, la risorsa solare e eolica disponibile e la capacità di connessione alla rete elettrica.
  • Monitoraggio e aggiornamento: il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) è responsabile del monitoraggio dei progressi compiuti da ciascuna regione nel raggiungimento degli obiettivi di Burden Sharing. I dati vengono aggiornati periodicamente e pubblicati sul sito web del GSE. 

A vegliare sull’andamento degli obiettivi sarà anche l’Osservatorio dello Sviluppo Sostenibile, che fornirà supporto nella fase di individuazione delle Aree Idonee, di cui si parlerà nel prossimo paragrafo.

  • Flessibilità e incentivi: il Decreto Aree Idonee prevede meccanismi di flessibilità per consentire alle regioni di scambiarsi quote di potenza rinnovabile tra loro. Inoltre, sono previsti incentivi per le regioni che raggiungono gli obiettivi di Burden Sharing in anticipo.

In tabella riportiamo le quote aggiuntive previste per la regione Campania fino al 2030.

decreto aree idonee

Per consultare tutta la tabella, ti rimandiamo al testo completo del Decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Aree Idonee o  Non Idonee, ordinarie o vietate

Gli art. 7, 9 e 9 del Decreto stabiliscono i criteri delle Regioni per individuare 4 diverse aree:

  • Aree idonee: zone in cui è possibile procedere all’installazione degli impianti con iter agevolato, secondo le disposizioni previste dall’articolo 22 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199;
  • Aree non idonee: non compatibili con l’installazione di impianti. Si tratta di aree che coincidono con Aree sottoposte a vincolo paesaggistico, con un’estensione fino a 3 km per gli impianti eolici e fino a 500 metri per gli impianti fotovoltaici. Tuttavia la limitazione all’installazione potrebbe estendersi anche per 7 km, in casi particolari.
  • Aree ordinarie: nelle quali si applicano i regimi autorizzativi ordinari di cui al decreto legislativo n. 28 del 2011 e successive modifiche e integrazioni;
  • Aree vietate: si tratta essenzialmente di aree agricole, dove non è possibile installare impianti a terra, secondo le recenti disposizioni del Decreto Agricoltura, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo. 

I Criteri delle Regioni per stabilire le Aree Idonee  decreto aree idonee

Le Regioni, nell’individuare le aree idonee, devono tenere conto di diversi principi e criteri:

  • Massimizzazione delle aree da individuare: l’obiettivo è quello di semplificare il raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia rinnovabile. Dunque, l’intento deve essere quello di facilitare i processi di installazione, non di limitarli.
  • Tutela del patrimonio ambientale: il Decreto Aree Idonee nasce proprio dall’esigenza di trovare un equilibrio tra i dissidi delle varie fasce del governo. Del resto, non è una passeggiata conciliare rispetto degli ecosistemi e transizione energetica. Il principio, quindi, sarà il seguente: le aree idonee devono essere compatibili con la tutela del patrimonio culturale, paesaggistico, agricolo e forestale, oltre che con la qualità dell’aria e dei corsi d’acqua.
  • Utilizzo di aree già edificate o non utilizzate: le Regioni devono preferire l’installazione di impianti su capannoni industriali, parcheggi, aree industriali, artigianali, commerciali e logistiche, e su terreni agricoli non coltivati.
  • Differenziazione tra le aree idonee: la classificazione di idoneità deve dipendere anche dalla fonte energetica impiegata, dalla dimensione e dalla tipologia di impianto.
  • Tutela delle aree idonee già individuate: le aree già individuate ai sensi del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, già linkato in precedenza, rimangono idonee.

Cosa succede se le Regioni non riescono a raggiungere i limiti previsti dal Decreto Aree Idonee

L’articolo 6 del Decreto Aree Idonee Rinnovabili delinea le procedure da seguire in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di installazione di impianti a fonti rinnovabili da parte delle Regioni e Province autonome.

  1. Inerzia delle Regioni:

Se le Regioni non adottano le leggi regionali e i provvedimenti previsti entro i termini stabiliti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica propone al Consiglio dei Ministri di emanare atti normativi sostitutivi.

  1. Scostamento dalla traiettoria:

A partire dal 1° gennaio 2026, l’Osservatorio istituito dal decreto monitora il raggiungimento degli obiettivi. In caso di scostamento negativo da parte di una Regione o Provincia autonoma, il Ministro dell’Ambiente la invita a presentare osservazioni entro 30 giorni.

  1. Mancanza di osservazioni:

Se la Regione o Provincia autonoma non presenta osservazioni entro 60 giorni, il Ministro dell’Ambiente ne informa il Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Consiglio può assegnare un termine di sei mesi alla Regione o Provincia autonoma per adottare i provvedimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi, anche attraverso accordi tra le Regioni.

  1. Mancato adeguamento:

Se la Regione o Provincia autonoma non si adegua entro il termine stabilito, il Ministro dell’Ambiente adotta le opportune iniziative per esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla Costituzione.

In parole povere, le Regioni che non raggiungono gli obiettivi rischiano di vedersi imporre norme sostitutive dal Governo.

decreto aree idonee

Le reazioni al Decreto Aree Idonee

Il Decreto Aree Idonee, pensato, come abbiamo detto, per facilitare l’installazione di impianti a fonti rinnovabili in Italia, ha sollevato diverse critiche da parte di esperti del settore.

Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE, fa notare la mancanza di criteri chiari e la delega eccessiva alle Regioni, prevedendo un caos normativo che potrebbe disincentivare gli investimenti e compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione, per cui il decreto sarebbe stato concepito.

Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, ha criticato l’estensione fino a 7 chilometri della fascia di rispetto per i beni tutelati, paventando un’eccessiva riduzione delle aree idonee, che risulterebbe un controsenso rispetto agli obiettivi per cui il decreto sarebbe stato studiato in questi quasi 3 anni.

Non mancano le critiche di coloro che sottolineano l’assenza di sanzioni per le Regioni che non raggiungono gli obiettivi e quelle di chi teme una frammentazione della disciplina su base regionale, con conseguente incertezza per gli operatori e, ancora una volta, un possibile ostacolo al raggiungimento degli obiettivi europei.

Invia adesso un messaggio su WhatsApp per avere una consulenza personalizzata!

Qualche nota su Geos Energia:
siamo nati nel 2006, da sempre lavoriamo solo ed esclusivamente nel settore fotovoltaico, ed ad oggi abbiamo raggiunto una maturita’ professionale che non e’ seconda a nessuno. Il nostro slogan e’ sempre stato “efficienza nel fotovoltaico” e chi si e’ affidato a noi in tutti questi anni sa cosa vuol dire. Grazie alla nostra organizzazione riusciamo ad essere sempre molto rapidi nelle nostre attivita’ e questo ci da un enorme vantaggio sulla concorrenza soprattutto quando “l’efficienza” riguarda bandi pubblici come in questo caso.

 

Continua a seguirci per rimanere sempre aggiornato su questo bando o

iscriviti alla nostra newsletter qui.

“Io sono me più il mio ambiente

e se non preservo quest’ultimo

non preservo me stesso”

 

Josè Ortega y Gasset

Contatto diretto:
Geos Energia

Oppure compila questo form

Ragione Sociale / Nome e Cognome

La tua email (richiesto)

Telefono (richiesto)

Località

Interessato a:

Attivita' lavorativa o codice Ateco (solo per impianto aziendale)

Il tuo messaggio

Ho letto e acconsento all'utilizzo dei miei dati come descritto nella Privacy Policy

Write a comment:

*

Your email address will not be published.

© 2017 Geosenergia